Inaugurazione/Seminario: "I disturbi del comportamento alimentare: il ruolo della famiglia da imputato a risorsa" - Pontremoli (MS)

Un anno dopo siamo tornati nella Residenza Madre Cabrini a Pontremoli (Massa Carrara) per l'inaugurazione della residenza riabilitativa e per partecipare al seminario "I disturbi del comportamento alimentare: il ruolo della famiglia, da imputato a risorsa".

 

Il tema del seminario rispecchia a pieno il percorso di cura e l'approccio che il residence Madre Cabrini propone e cioè' riconoscere nella la famiglia l' alleato principale. La struttura che e' sita in un ambiente ideale, verde e curatissima in ogni minimo dettaglio, prevede tra i vari servizi anche gli alloggi per le famiglie che possono cosi' essere ospitate.

 

Le attivita' sono molteplici e si concentrano soprattutto nel recupero di abilità che gli ospiti hanno smarrito  come ad esempio la manualità e la creatività, che vengono stimolate attraverso l'arteterapia.

A sostegno della comunicazione e socializzazione vengono proposti laboratori espressivi, passeggiate  esterne e musicoterapia.  La tabella della programmazione quotidiana risulta ben strutturata tra la riabilitazione della condotta alimentare, interventi psicologici per il trattamento della dispercezione corporea e i laboratori suddetti.

 

Avvalendosi del servizio di neuropsichiatria infantile vengono presi in carico anche pazienti sotto i 14 anni offrendo sia servizio ambulatoriale che day hospital e residenziale.

 

È previsto l'inserimento scolastico durante il periodo di degenza. Poiché a Pontremoli sono presenti scuole medie inferiori e superiori i pazienti ricoverati  possono essere accolti evitando discontinuità nello studio e favorendo cosi i processi di integrazione sociale.

 

La parte che è risultata più interessante e in qualche modo innovativa rispetto alle strutture di nostra conoscenza, riguarda proprio gli interventi a sostegno della famiglia con colloqui individuali e di gruppo ai famigliari, counceling famigliare e terapia famigliare. I gruppi non si rivolgono solo ai genitori del paziente, ma a qualsiasi persona, parente o amico in grado di fornire aiuto e supporto nelle attivita' quotidiane. Durante tutto il seminario è sempre stata rinnovata l'importanza della famiglia quale alleata terapeutica. 

Sono state discusse le difficoltà in cui si trovano le famiglie nell'accettare di avere un problema e come aiutarle a sviluppare una motivazione al cambiamento e a fronteggiare le difficoltà nel prendersi cura di un malato di DA.

La terapia famigliare cerca in particolare di coinvolgere i genitori come parte ESSENZIALE del trattamento al fine di creare le condizioni che permettano alla famiglia di capire la necessita' di un cambiamento comportamentale.

Questo, dal punto di vista del trattamento, è più importante che scoprire la causa del problema.

Le disfunzioni famigliari sono quindi inquadrate non più' come causa ma bensì come prodotto del vivere accanto a una persona con DCA.

Anche l'obiettivo terapeutico e la tecnica si sono ribaltati: la famiglia abbandona lo status di paziente ed e' attivamente coinvolta nel progetto terapeutico, assumendo un ruolo di SUPPORTO alla terapia.

 

Carla

 

se volete, leggete anche il post che Enrico, un papà, ha scritto l'anno scorso dopo aver visitato la Residenza Madre Cabrini.

 

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brochure della Comunità residenziale terapeutica riabilitativa per i DA
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